Solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

In occasione della solennità della Santissima Vergine Immacolata riportiamo un episodio della vita di Padre Annibale tratto da L’anima del Padre:

Scrive: «L’11 febbraio 1905 il Parroco Chillè ci regalò la bella statua dell’Addolorata e Immacolata: due misteri aventi relazione con l’11 febbraio». La statua giaceva abbandonata in un ripostiglio della sagrestia della parrocchia di S. Antonio Abate. (Era allora la parrocchia del quartiere Avignone, che ora invece si trova in quella di San Clemente).

Il Padre la chiese in dono e si affrettò a portarla allo Spirito Santo in una carrozzella. Entrando in casa andò difilato a suonare la campana della riunione, annunziando con premura la visita di una grande Signora, che attendeva al parlatorio... Ma ecco che la grande Signora entra portata sulle braccia, e subito evviva, battimani, preghiere. Ma la statua era assai malandata, le manca­vano finanche i piedi: bisognò restaurarla, rivestirla a nuovo; e così ci fu il nuovo ingresso della Madonna nella casa il sabato 19 maggio 1906.

Il Padre era a Roma, e le suore improntarono la funzione sullo stile usato dal Padre e ne fecero a Lui la relazione. Egli rispose: «Quanto mi avete scritto nella vostra lettera circa l’in­gresso amoroso che la nostra dolcissima Madre, Padrona, Maestra e Superiora ha fatto nuovamente in cotesta fortunata comunità, ha percosso la selce del mio freddo cuore e ne ha fatto scaturire qualche lagrima! Che vi benedica, figliuole, discepole e sud­dite, la vostra Immacolata Addolorata Madre e Superiora, e vi ricolmi delle sue più elette grazie, per farvi sempre crescere
nel fervore santo di amare, di servire, di compiacere la Celeste Regina dei cuori! ... Spiega poi che vuol dire amare la Madonna: «L’amore della SS. Vergine consiste principalmente nell’imita­zione delle sue virtù, specialmente l’umiltà, l’illibatezza della anima, l’amore forte e costante per Nostro Signore, lo zelo della sua gloria e della salute delle anime, una grande carità e dolcezza in tutti gl’incontri».

Ritorna alla funzione fatta in Messina: «Tutto ciò che avete combinato per l’accoglienza della dolcissima Madre, è stato bello, ispirato e molto accetto alla bellissima Signora e al suo Divin Figliuolo e nostro bene Gesù. lo non meritai di trovarmi presente!».

La statua il Padre la fece mettere nel corridoio accanto alla porta della Madre Generale, a risvegliare nelle religiose il pensiero che questa è Vicaria della Madonna; e «c’insinuò l’abi­tudine - ricorda una suora - di ossequiarla ogni volta che si fosse passate di là». (TUSINO T., L’anima del Padre – Testimonianze, Roma (1973), pag. 364)

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