Pilastri della Chiesa - Imposizione del pallio a 54 nuovi arcivescovi

Riprendiamo da Vatican News la notizia della imposizione del pallio da Papa Leone a 54 nuovi arcivescovi, fra i quali Mons. Ângelo Ademir Mezzari, Arcivescovo Metropolita di Vitόria (Brasile).  

Così Papa Leone XIV nella solennità dei santi patroni della diocesi e della città di Roma. Presiedendo oggi, 29 giugno, la Messa presso l’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro - con la benedizione e l’imposizione dei palli ai 54 nuovi arcivescovi metropoliti - il Pontefice dipinge le due figure apostoliche come veri “pilastri della Chiesa”.

Nell’omelia della celebrazione — a cui partecipano circa 5.500 fedeli in Basilica e altri 5.000 all'esterno, nei vari settori di Piazza San Pietro — il Papa si sofferma su due aspetti della loro testimonianza, a partire dalla “comunione ecclesiale”. Lo fa commentando i testi liturgici: nella Prima Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, Pietro viene arrestato e imprigionato da Erode; nella Seconda Lettura, Paolo — anch’egli “in catene” — affida a Timoteo un autentico testamento spirituale, affermando che il suo sangue sta per essere “sparso e offerto a Dio”.

Questa comunione, sigillata dal "martirio", non è tuttavia una "conquista pacifica", ma un "traguardo" maturato attraverso dissimili approcci alla fede e apostolati vissuti in maniera distinta.

Pietro, umile pescatore galileo, risponde senza riserve alla chiamata del Signore, rivolgendo la sua predicazione in particolare ai Giudei. Paolo, invece, appartenente al "partito dei farisei", inizia da persecutore dei cristiani fino a essere “trasformato da Cristo Risorto” e chiamato a portare l’annuncio “alle genti”.

Il Papa cita un passaggio della Lettera ai Galati: “Quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto, perché aveva torto”. Un riferimento alla "franchezza" con cui i due apostoli si sono confrontati, specialmente sul tema dell’inclusione dei "pagani", che sarà poi oggetto di discussione anche nel Concilio di Gerusalemme.

La storia di Pietro e Paolo ci insegna che la comunione a cui il Signore ci chiama è un’armonia di voci e di volti e non cancella la libertà di ognuno. I nostri patroni hanno percorso sentieri diversi, hanno avuto idee differenti, a volte si sono confrontati e scontrati con franchezza evangelica. Eppure ciò non ha impedito loro di vivere la concordia apostolorum, cioè una viva comunione nello Spirito, una feconda sintonia nella diversità.

Prendendo in prestito le parole di sant’Agostino: “Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola”.

 

 

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