16 maggio rogazionista

Provincia São Lucas – São Paulo -alt Felicitações pelos 117 anos da Família Rogacionista!

Banner comemorativo. Pe. Reinaldo de Sousa Leitão

POLONIA. Preghiera e attività vocazionali rogazioniste nella 51ma GMPV

51 GMPV PoloniaDomenica 11 maggio 2014, 51ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, i Padri Rogazionisti della Polonia e alcuni loro simpatizzanti hanno dato vita ad alcune iniziative degne di nota.

Anzitutto a Varsavia
, dopo la SS. Messa Solenne si è esposto Gesù Sacramentato fino Alle 15.30. In questo periodo Si sono alternate nell’animazione dell’adorazione diverse congregazioni di suore. Dopo la Coroncina della Divina Misericordia Fr. Erik Šolteš RCJ e suor Joanna delle “Franciszkanki od Cierpiących” hanno offerto la loro testimonianza vocazionale ad una numerosa assemblea. La giornata si è conclusa con i vespri solenni ed un agape fraterna.

A Cracovia invece è stata proposta un’adorazione vocazionale prolungata dalle 14.00 alle 18.00. Il momento di preghiera è stato anche qui animato da diverse famiglie religiose e si è concluso con i vespri solenni.

Nel nord della Polonia, a Grudziądz, alcuni giovani che hanno partecipato a diversi nostri incontri vocazionali (Paweł, Krzystof e Adrian) hanno allestito una mostra vocazionale presso i locali della Basilica di San Nicola distribuendo materiale vocazionale e informativo sulla figura di P. Annibale dal sabato 10 alla sera della domenica.

(Clicca qui per vedere altre foto)

Santo Anibal padroeiro da Comunidade de Santa Cruz

altPrezada Família do Rogate! A comunidade de Santa Cruz, em Sapucaia, diocese de Valença (RJ) acolherá Santo Aníbal Maria como seu padroeiro.

Sugerimos que nós, membros da Família do Rogate, manifestemos a nossa alegria e gratidão por tão nobre iniciativa desta Comunidade de Santa Cruz.

A nossa oração de Ação de Graças, acompanhada da Alegria do Rogate.

Segue a programação do novenário (anexo) e o endereço do pároco, Pe. Marcos Aurélio. 

Salone del Libro di Torino

alt8-12 maggio 2014  - Al Salone Internazionale del Libro di Torino, nello stand della Santa Sede (quest’anno ospite d’onore della Kermesse) anche una diecina di libri dell’Editrice Rogate che riportano i testi delle trasmissioni quaresimali della Radio Vaticana. Ha partecipato agli incontri dello stand p. Vito Magno, presente al Salone  come corrispondente della rubrica “Tra cielo e terra” del Giornaleradio Rai.

Conclusione Celebrazioni P. Marrazzo

Con la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Calogero La Piana, Arcivescovo di Messina, si sono concluse oggi, sabato 10 maggio 2014, vigilia della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, le celebrazioni legate alla tumulazione dei resti mortali del Servo di Dio P. Giuseppe Marrazzo nel Santuario-Basilica di S. Antonio a Messina. Nell’omelia l’Arcivescovo si è riferito alle virtù sacerdotali di P. Marrazzo, sottolineando la sua dedizione al sacramento della riconciliazione e additandolo come modello e strumento della Misericordia di Dio. Al termine della Santa Messa, assieme ai sacerdoti concelebranti, Mons. La Piana si è recato presso il tumulo di P. Marrazzo, lo ha benedetto e ha deposto accanto ad esso un omaggio floreale, invitando i numerosi fedeli alla preghiera per intercessione del Servo di Dio. Anche oggi la presenza dei fedeli è stata al di là di ogni aspettativa, a testimonianza del grande affetto che tutto il popolo messinese riserva a P. Giuseppe Marrazzo. In allegato presentiamo le parole di saluto di P. Angelo Mezzari, Superiore Generale, all’Arcivescovo di Messina, Mons. La Piana.

 

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Quei preti, pastori “con l’odore delle pecore”

alt10 maggio 2014 – Il quotidiano Avvenire pubblica  a pag . 21, nel settore l’osservatoriotestimoni,  un articolo di Vito Magno sul Servo di Dio, P. Giuseppe Marrazzo, che nel titolo ritaglia per lui l’espressione adoperata da Papa Francesco per indicare  la capacità del buon pastore di seguire da vicino il gregge che il Signore gli affida. L’articolo esce nel giorno in cui la salma di P. Marrazzo viene collocata nel Santuario di Sant’Antonio, dove il Servo di Dio, per circa 50 anni, ha svolto con infaticabile zelo il ministero della riconciliazione e della guida spirituale, come “medico di guardia della clinica spirituale della città”.

9 maggio 2014: Traslazione P. Giuseppe Marrazzo

I resti mortali del Servo di Dio P. Giuseppe Marrazzo riposano da questa sera nel Santuario di Sant'Antonio di Messina, nel luogo in cui per più di 40 anni questo apostolo della riconciliazione ha esercitato il suo ministero nella semplicità e nella fedeltà al Rogate e a Sant'Annibale. La cerimonia di traslazione è avvenuta al termine della Santa Messa delle 18.00, presieduta dal Superiore Generale P. Angelo A. Mezzari, tra un tripudio festante di fedeli accorsi da ogni dove. Oltre a P. Mezzari sono intervenuti nei diversi momenti P. Agostino Zamperini, Postulatore Generale, Mons. Giacinto Tavilla, Notaio dell'Arcidiocesi di Messina e Presidente del Tribunale Ecclesiastico che ha esaminato la causa di beatificazione diocesana del Servo di Dio, P. Mario Magro, Rettore della Basilica Santuario e numerosi fedeli, testimoni diretti delle parole e delle opere che P. Marrazzo realizzò tra il popolo messinese durante la sua vita terrena. La tumulazione di del Servo di Dio nel Santuario di S. Antonio è coincisa con il 71mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) il 9 maggio 1943. Il loculo che racchiude la salma di P. Marrazzo, infine, è lo stesso che già ospitò Sant'Annibale Maria, prima della sua beatificazione. In questo modo, si dà la possibiltà ad ogni fedele di invocare l'intercessione di P. Giuseppe favorendo così il suo culto, per poter effettuare, se è volontà di Dio, ulteriori passi verso il riconoscimento della sua santità. I festeggiamenti per P. Marrazzo si concluderanno domani, con la celebrazione pomeridiana della Santa Messa, presieduta da S. E. Mons. Calogero La Piana, Arcivescovo di Messina.

 

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9 maggio 2014: Traslazione P. Giuseppe Marrazzo

Il Servo di Dio P. Giuseppe Marrazzo, Rogazionista, riposa già nella Basilica di Sant'Antonio di Messina, nel luogo in cui, per più di quarant'anni, ha svolto il suo ministero sacerdotale, nell'animazione del Santuario e nell'accoglienza delle anime attraverso il sacramento della riconciliazione. Nel giorno anniversario del suo sacerdozio, avvenuto 71 anni fa, a Barcellona Pozzo di Gotto, il 9 maggio 1943, dopo la celabrazione eucaristica presieduta da P. Angelo A. Mezzari, Superiore Generale, e alla presenza di P. Agostino Zamperini, Postulatore Generale, di...

Il Diac. Antonio Carlucci

altIl giornale di Criciuma, Jornal da Manhã, in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, pubblica un articolo sul nostro Confratello, il Diac. Antonio Carlucci,  e ricorda che, entrato in Congregazione a sedici anni, oggi, a ottantatre anni, continua con uguale entusiasmo la sua vita di preghiera e di apostolato.

Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Domenica 11 maggio 2014 si celebra la 51ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazionigiornata rogazionista per eccellenza. Istituita il 1964 da papa Paolo VI essa compie e realizza i desideri di sant'Annibale M. Di Francia il quale anelava che la rogazione divenisse universale.  Nel corso di questi anni i papi che si sono succeduti hanno offerto puntualmente alla Chiesa un messaggio di riflessione, a partire dal Rogate, preghiera comandata da Gesù perché non manchino mai gli operai del Regno. La Famiglia del Rogate (religiosi e laici) è impegnata nella preparazione e nella celebrazione della giornata, con iniziative diverse secondo i luoghi, seguendo le indicazioni della normativa (cf. Norme 89 e 42). Per quest'anno Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa il seguente messaggio. 

 

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

PER LA 51ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

11 MAGGIO 2014 - IV DOMENICA DI PASQUA

Tema: Le vocazioni, testimonianza della verità

 

Cari fratelli e sorelle!

1. Il Vangelo racconta che «Gesù percorreva tutte le città e i villaggi … Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”» (Mt 9,35-38). Queste parole ci sorprendono, perché tutti sappiamo che occorre prima arare, seminare e coltivare per poter poi, a tempo debito, mietere una messe abbondante. Gesù afferma invece che «la messe è abbondante». Ma chi ha lavorato perché il risultato fosse tale? La risposta è una sola: Dio. Evidentemente il campo di cui parla Gesù è l’umanità, siamo noi. E l’azione efficace che è causa del «molto frutto» è la grazia di Dio, la comunione con Lui (cfr Gv 15,5). La preghiera che Gesù chiede alla Chiesa, dunque, riguarda la richiesta di accrescere il numero di coloro che sono al servizio del suo Regno. San Paolo, che è stato uno di questi “collaboratori di Dio”, instancabilmente si è prodigato per la causa del Vangelo e della Chiesa. Con la consapevolezza di chi ha sperimentato personalmente quanto la volontà salvifica di Dio sia imperscrutabile e l’iniziativa della grazia sia l’origine di ogni vocazione, l’Apostolo ricorda ai cristiani di Corinto: «Voi siete campo di Dio» (1 Cor 3,9). Pertanto sorge dentro il nostro cuore prima lo stupore per una messe abbondante che Dio solo può elargire; poi la gratitudine per un amore che sempre ci previene; infine l’adorazione per l’opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui e per Lui.

2. Tante volte abbiamo pregato con le parole del Salmista: «Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo» (Sal 100,3); o anche: «Il Signore si è scelto Giacobbe, Israele come sua proprietà» (Sal 135,4). Ebbene, noi siamo “proprietà” di Dio non nel senso del possesso che rende schiavi, ma di un legame forte che ci unisce a Dio e tra noi, secondo un patto di alleanza che rimane in eterno «perché il suo amore è per sempre» (Sal 136). Nel racconto della vocazione del profeta Geremia, ad esempio, Dio ricorda che Egli veglia continuamente su ciascuno affinché si realizzi la sua Parola in noi. L’immagine adottata è quella del ramo di mandorlo che primo fra tutti fiorisce, annunziando la rinascita della vita in primavera (cfr Ger 1,11-12). Tutto proviene da Lui ed è suo dono: il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro, ma – rassicura l’Apostolo – «voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor3,23). Ecco spiegata la modalità di appartenenza a Dio: attraverso il rapporto unico e personale con Gesù, che il Battesimo ci ha conferito sin dall’inizio della nostra rinascita a vita nuova. È Cristo, dunque, che continuamente ci interpella con la sua Parola affinché poniamo fiducia in Lui, amandolo «con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza» (Mc 12,33). Perciò ogni vocazione, pur nella pluralità delle strade, richiede sempre un esodo da se stessi per centrare la propria esistenza su Cristo e sul suo Vangelo. Sia nella vita coniugale, sia nelle forme di consacrazione religiosa, sia nella vita sacerdotale, occorre superare i modi di pensare e di agire non conformi alla volontà di Dio. E’ un «esodo che ci porta a un cammino di adorazione del Signore di servizio a Lui nei fratelli e nelle sorelle» (Discorso all’Unione Internazionale delle Superiore Generali8 maggio 2013). Perciò siamo tutti chiamati ad adorare Cristo nei nostri cuori (cfr 1 Pt 3,15) per lasciarci raggiungere dall'impulso della grazia contenuto nel seme della Parola, che deve crescere in noi e trasformarsi in servizio concreto al prossimo. Non dobbiamo avere paura: Dio segue con passione e perizia l’opera uscita dalle sue mani, in ogni stagione della vita. Non ci abbandona mai! Ha a cuore la realizzazione del suo progetto su di noi e, tuttavia, intende conseguirlo con il nostro assenso e la nostra collaborazione.

3. Anche oggi Gesù vive e cammina nelle nostre realtà della vita ordinaria per accostarsi a tutti, a cominciare dagli ultimi, e guarirci dalle nostre infermità e malattie. Mi rivolgo ora a coloro che sono ben disposti a mettersi in ascolto della voce di Cristo che risuona nella Chiesa, per comprendere quale sia la propria vocazione. Vi invito ad ascoltare e seguire Gesù, a lasciarvi trasformare interiormente dalle sue parole che «sono spirito e sono vita» (Gv 6,62). Maria, Madre di Gesù e nostra, ripete anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!» (Gv 2,5). Vi farà bene partecipare con fiducia ad un cammino comunitario che sappia sprigionare in voi e attorno a voi le energie migliori. La vocazione è un frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autentica vita ecclesiale. Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se stessa. La vocazione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele, nell’esperienza dell’amore fraterno. Non ha forse detto Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35)?

4. Cari fratelli e sorelle, vivere questa «misura alta della vita cristiana ordinaria» (cfr Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 31), significa talvolta andare controcorrente e comporta incontrare anche ostacoli, fuori di noi e dentro di noi. Gesù stesso ci avverte: il buon seme della Parola di Dio spesso viene rubato dal Maligno, bloccato dalle tribolazioni, soffocato da preoccupazioni e seduzioni mondane (cfr Mt 13,19-22). Tutte queste difficoltà potrebbero scoraggiarci, facendoci ripiegare su vie apparentemente più comode. Ma la vera gioia dei chiamati consiste nel credere e sperimentare che Lui, il Signore, è fedele, e con Lui possiamo camminare, essere discepoli e testimoni dell’amore di Dio, aprire il cuore a grandi ideali, a cose grandi. «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali!» (Omelia nella Messa per i cresimandi, 28 aprile 2013). A voi Vescovi, sacerdoti, religiosi, comunità e famiglie cristiane chiedo di orientare la pastorale vocazionale in questa direzione, accompagnando i giovani su percorsi di santità che, essendo personali, «esigono una vera e propriapedagogia della santità, che sia capace di adattarsi ai ritmi delle singole persone. Essa dovrà integrare le ricchezze della proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali di aiuto personale e di gruppo e con forme più recenti offerte nelle associazioni e nei movimenti riconosciuti dalla Chiesa» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte31).

Disponiamo dunque il nostro cuore ad essere “terreno buono” per ascoltare, accogliere e vivere la Parola e portare così frutto. Quanto più sapremo unirci a Gesù con la preghiera, la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, i Sacramenti celebrati e vissuti nella Chiesa, con la fraternità vissuta, tanto più crescerà in noi la gioia di collaborare con Dio al servizio del Regno di misericordia e di verità, di giustizia e di pace. E il raccolto sarà abbondante, proporzionato alla grazia che con docilità avremo saputo accogliere in noi. Con questo auspicio, e chiedendovi di pregare per me, imparto di cuore a tutti la mia Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, 15 gennaio 2014

FRANCESCO

 

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