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Ai Rogazionisti
Alla Famiglia del Rogate
Carissimi,
“Davvero costui era Figlio di Dio!”. Siamo ormai vicini alla Pasqua con il cuore angustiato per la sofferenza che in ciascuno di noi, nel mondo intero, ha portato questa pandemia. Non ci lasciano le immagini di tanti drammi, rimaniamo ammirati di fronte a testimonianze di carità eroica, siamo preoccupati per il domani.
Abbiamo la percezione di vivere un episodio della Pasqua, quello dei due discepoli di Emmaus, che si allontanavano da Gerusalemme con la tristezza nel cuore.
Costretti dalla situazione a una serie di limitazioni, nello svolgimento del ministero e nella nostra stessa vita quotidiana, avvertiamo il peso di questa croce, anche se siamo consapevoli che, accanto a noi, fratelli e sorelle portano croci ben più pesanti.
Dobbiamo perseverare nella preghiera, dobbiamo affidarci e abbandonarci nelle mani del Signore, certi del suo amore e della sua misericordia.
In Italia, quasi per esorcizzare la paura, ci si incoraggia con la frase “andrà tutto bene”. La nostra fede ci assicura che certamente “andrà tutto bene” se cammineremo nella volontà del Signore.
Gesù, annunziando velatamente la sua passione e morte, ci ha assicurato che non sarebbe stata una sconfitta, ma una vittoria: “Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 31-32). La croce “gloriosa” ci ricorda che il nostro Salvatore, affrontando la morte per amor nostro, ha vinto per noi il peccato e la morte.
Un risvolto positivo da questa grande prova, che insieme nel mondo stiamo sperimentando, è la solidarietà che si è sviluppata a livello internazionale, la percezione che siamo tutti nella stessa barca, come si usa dire, e che insieme siamo chiamati ad affrontare i marosi.
Nella nostra Famiglia Religiosa, particolarmente in Italia, in questo inizio dell’anno siamo stati provati dalla scomparsa di diversi nostri Confratelli. Anche questa dolorosa esperienza, che ci ricorda che siamo in cammino verso la vita eterna, dobbiamo viverla nella fede e ringraziare il Signore per l’esempio che i Confratelli ci hanno lasciato, e accompagnarli con la preghiera di suffragio.
Siamo grati al Signore anche per l’incontro dei Superiori di Circoscrizione che abbiamo avuto in febbraio. È stato molto utile per riprendere la riflessione che era stata avviata nella Conferenza dell’ottobre 2019. Abbiamo potuto continuare il discernimento e maturare, insieme, alcuni orientamenti che ci aiuteranno ad affrontare nella sinodalità le difficoltà e le scelte opportune nel nostro cammino.
Per la pandemia sono stato costretto a sospendere la visita in corso nella Quasi Provincia San Tommaso. Non è stato possibile fare diversamente. Vogliamo sperare che questa prova possa essere presto superata per poter completare la visita alla Circoscrizione e alla Congregazione.
Infine, desidero ritornare a riflettere ancora con voi sulla pandemia. Le notizie che ci giungono sulla drammaticità della situazione, che a volte subentra ad una certa superficialità iniziale, riflettono una grande incertezza sulla durata dell’epidemia e sulle sue conseguenze.
Vi rinnovo l’esortazione a vivere questa dolorosa esperienza, per quanto ci è possibile nella serenità, senza panico, attenendoci alle indicazioni e disposizioni che riceviamo dall’autorità civile e religiosa. Dobbiamo avere la consapevolezza che il nostro comportamento può danneggiare, con il contagio, le persone con le quali viviamo o che dobbiamo incontrare, perché sappiamo che il virus può essere presente in portatori sani. Da qui l’esigenza di essere responsabili e molto prudenti.
Vogliamo guardare all’esempio del nostro santo Fondatore, che deve illuminare costantemente la nostra vita. Egli, nella sua grande fede, affrontava le vicende tristi o liete della vita, con la preghiera. Opportunamente potremmo far nostra la supplica da lui composta, il 6 ottobre 1887, indirizzata A San Giuseppe in tempo di colera, preghiera che è stata pubblicata su Informazioni Rogazioniste di marzo 2020.
Affrontiamo con serenità quanto il Signore disporrà sul nostro cammino.
Carissimi/e, il prossimo 12 aprile sarà la Pasqua del Signore Risorto, insolita e segnata da una certa mestizia, per le limitazioni che sono previste. Il Signore Risorto ci doni di viverla nella gioia spirituale della fede, nella pace del cuore e nella serenità della comunione fraterna.
Il mio augurio va a tutti voi, cari Confratelli, specialmente agli ammalati e a quanti, per motivi diversi, si trovano in situazioni di difficoltà. Inoltre, un saluto e augurio particolare rivolgo alle consorelle Figlie del Divino Zelo, alle Missionarie Rogazioniste, ai membri delle Associazioni Rogazioniste e a tutti i Laici che vivono con noi il carisma del Rogate. Gesù Risorto doni a tutti noi la sua pace.
Affido questo augurio alla Santissima Vergine, per l’intercessione di sant’Annibale e dei nostri Santi Protettori, mentre saluto tutti con affetto nel Signore.
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