Roma, 8 dicembre 2018
“Rallegrati Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione”.
(Is 66,10).
Alla Famiglia del RogateAi Rogazionisti
Carissimi,
nel formulare gli auguri di un Santo Natale, quest’anno desidero raggiungervi con le parole della liturgia della IV domenica di Avvento, che invitano alla gioia perché la consolazione del Signore è vicina.
Gli evangelisti che ci hanno raccontato la nascita di Gesù hanno più volte sottolineato l’esultanza e la gioia. L’angelo che appare a Zaccaria, annunziando la nascita di Giovanni, gli dice: “Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita” (Lc 1,14). Elisabetta, che accoglie Maria nella sua casa, la informa dell’esultanza del bambino che porta in grembo: “Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1,44). Questa gioia che reca Giovanni Battista appare nella sua pienezza con la nascita di Gesù, come annunziano gli angeli ai pastori: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,10-11). Anche i Magi, venuti da Oriente, ““Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10).
L’annunzio della gioia e l’invito alla gioia, oggi, mentre a volte ci dibattiamo in una moltitudine di difficoltà, può apparire poco appropriato, ma non è stato di questo avviso Papa Francesco che, il 19 marzo di quest’anno, ci ha indirizzato l’Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate, gioite ed esultate, con due sinonimi che intendono rafforzare l’invito alla gioia, all’esultanza.
Papa Francesco con la sua lettera ha voluto ricordarci che ciascuno di noi, nella condizione in cui si trova, è chiamato dal Signore a farsi santo, nel cammino quotidiano della vita, nelle tribolazioni di ogni giorno. Anche questo invito ci può apparire utopistico, se guardiamo alle incoerenze e contraddizioni nelle quali spesso ci ritroviamo. Ma davanti a questo quadro, che finirebbe per scoraggiarci, ecco l’appello e l’invito del Papa: “Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario, perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato e sarai fedele al tuo stesso essere. Dipendere da Lui ci libera dalle schiavitù e ci porta a riconoscere la nostra dignità” (GE 32).
Con queste parole comprendiamo perché Papa Francesco, per parlarci della chiamata alla santità, inizia con l’invito alla gioia, godete ed esultate. Perché la tristezza ci raggiunge quando conduciamo una vita senza luce, senza direzione, senza senso, in cerca di soddisfazioni che, alla fine, ci lasciano il vuoto e l’amarezza.
Mentre la gioia vera ci viene dal Signore. “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 10-11).
Possiamo dire che la santità diventa sinonimo della gioia, anche quando la sua via è segnata dalla croce. Padre Annibale era consapevole che, nel cammino verso la santità, le tribolazioni sono accompagnate dalle “interiori consolazioni”, come si esprime in una preghiera al Cuore di Gesù: “Deh, per quest’intima e segreta vostra pena degnatevi di visitare con interiori consolazioni quelle anime elette che Voi mettete nel crogiuolo della tribolazione per santificarle”.[1]
Carissimi, in quest’anno, 150° dell’Ispirazione del Rogate, abbiamo avuto il rinnovo dei Governi nelle Province San Luca e San Matteo, vi è la mia Visita alla Congregazione e stiamo andando verso il Capitolo della Provincia Sant’Annibale e il rinnovo del Governo della Delegazione Nostra Signora di Guadalupe. Questi adempimenti ci danno la possibilità di rivolgere uno sguardo più attento al cammino che stiamo compiendo, come Congregazione, Circoscrizioni, Comunità e singole persone.
Non è un percorso facile e, a volte, non è neppure coerente e impegnato. Il carisma e la spiritualità del Rogate sono stati per Padre Annibale la luce della sua strada verso la santità, la forza e la gioia nella sua missione.
Il mio augurio più sentito, di santità, vuol raggiungere tutti voi, specialmente quanti sono provati dalla malattia o dalla sofferenza. La vicinanza al Signore, alla Vergine Maria, e la comunione con i fratelli ci ottengano il conforto, la pace e la gioia del Natale.
Ci concedano questa grazia Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, per l’intercessione dei nostri Celesti Patroni e del Santo Fondatore.
In unione di preghiera vi saluto con affetto nel Signore. Buon Natale!
……………………………... ......
(P. Bruno Rampazzo, R.C.J.)
Sup. Gen.
[1] DI FRANCIA AM, Scritti – Preghiere al Signore – Vol I, Ed. Rogate (2007), pag. 108.
Fichier attaché | Taille |
---|---|
291-2018-nt-en.docx | 40.92 Ko |
291-2018-nt-en.pdf | 1.07 Mo |
291-2018-nt-es.docx | 46.16 Ko |
291-2018-nt-es.pdf | 1.08 Mo |
291-2018-nt-fr.docx | 478.65 Ko |
291-2018-nt-fr.pdf | 1.11 Mo |
291-2018-nt-it.docx | 45.73 Ko |
291-2018-nt-it.pdf | 1.07 Mo |
291-2018-nt-pt.docx | 45.22 Ko |
291-2018-nt-pt.pdf | 1.09 Mo |