Si è svolta oggi alla Casa Madre la celebrazione del 25° sacerdotale di P. Joseph Mailapparambil. Alla Santa Messa giubilare, svolta alle ore 12.00 nella Basilica Santuario, hanno fatto corona confratelli, consorelle delle comunità di Messina e numerosi Fedeli. L’omelia è stata tenuta da P. Vito Lipari che venticinque anni addietro era presente al solenne rito di Ordinazione essendo stato uno dei primi rogazionisti missionari in Kerala. Egli ha evidenziato come il cammino vocazionale di P. Joseph si intreccia con l’inizio della Missione rogazionista in India essendo uno dei giovani contattati dal P. Antonio Barbangelo nella sua prima campagna vocazionale in quella terra e ha fatto quindi parte del primo drappello di seminaristi che sono stati accolti nel seminario di Aluva. L’ordinazione sacerdotale di P. Joseph, ha detto P. Vito, assume così una speciale rilevanza storica perché è il primo sacerdote indiano ordinato nella nostra Congregazione.
A P. Joseph sono giunti gli auguri del Superiore Generale, P. Bruno Rampazzo, e del Superiore Provinciale che, nelle rispettive lettere lette alla fine della S. Messa, esprimono compiacimento per il giubileo sacerdotale raggiunto, ringraziamento per il ministero svolto e per la disponibilità dimostrata in questi 25 anni e augurano la benedizione del Signore per il cammino futuro.
Sentimenti di lode e ringraziamento al Signore che guida i nostri passi nel cammino della vita, sono stati espressi infine da P. Joseph che ha, inoltre, ringraziato quanti hanno voluto rendergli omaggio con la loro presenza e ha chiesto di continuare a pregare per il suo ministero perché, con rinnovato entusiasmo, prosegua nel servizio del Signore negli anni a venire. Un gustoso pranzo, preparato dai volontari della mensa, al quale sono stati invitati amici, confratelli e consorelle delle comunità di Messina, e laici vicini a P. Joseph, ha coronato la giornata.
Omelia della Santa Messa
Con molto piacere ho accolto l’invito a rivolgere qualche parola in questa celebrazione del 25° di Sacerdozio del P. JOSEPH MAILAPPARAMBIL. Percorrere il cammino compiuto in questi 25 anni di sacerdozio di P. Joseph è doveroso e trattandosi del primo sacerdote Rogazionista indiano, assume per me e per la nostra Congregazione un significato particolare.
La storia di P. Joseph si intreccia subito con l’inizio della nostra Prima Missione in India. P. Joseph é uno dei primi giovani contattati dal P. Antonio Barbangelo, primo Missionario Rogazionista in India , nella sua prima campagna vocazionale in quella terra e ha fatto parte del primo drappello di seminaristi che sono stati accolti nella nostra umile abitazione di Aluva (Kerala).
Io sono arrivato in India il 13 Maggio 1987 per aiutare il P. Antonio e sostituirlo per il periodo in cui si sarebbe assentato per rinnovare il suo visto in Italia (per uno o due mesi mi era stato detto), ma Dio aveva altri progetti e il P. Barbangelo, una volta uscito dall’ India (nella prima settimana di Giugno) non ha più ottenuto il Visto di ingresso ed io ho dovuto sostituirlo in attesa che venisse qualche altro confratello sacerdote. Con il P. Filippo Puntello che è arrivato nel mese di Ottobre, ci siamo alternati alla Direzione della Missione per ben 12 anni. L’India non ci permetteva di stare in maniera stabile e noi, tornati in Italia, prestavamo servizio proprio in questa Casa di Messina.
Qualche giorno dopo la partenza di P. Barbangelo, ben 34 ragazzi (tra questi P. Joseph) si sono presentati per entrare in Seminario. Non avevamo spazi sufficienti, non avevamo struttura adeguata, trattandosi di una casa di famiglia che fra l’altro era disabitata da qualche anno e dove avevamo solo un pozzo per l’acqua potabile ma privo anche di una pompa per per estrarne l’acqua. Naturalmente non avevamo connessione telefonica e l’elettricità era solo per qualche ora al giorno.
Joseph, certamente se é rimasto in Seminario non è stato per il benessere che vi ha trovato e nemmeno per i grandi conforts. A casa, nel suo ambiente familiare, assieme alla sua numerosa ma bellissima famiglia certamente sarebbe stato molto meglio. Quello della povertà è stato un test vocazionale molto forte, anche perché ad esso si univa il test della solidarietà con gli altri. I ragazzi collaboravano nei lavori manuali, nella cucina, nella manutenzione, nella sistemazione della campagna, della casa ed erano molto attivi nella preghiera!
Joseph era uno dei più grandi, avendo già completato gli studi liceali ed era in grado di scambiare con me qualche sentenza anche in lingua latina. Il mio inglese allora era completamente insufficiente. L’approccio con quei giovani veniva facilitato dalla presenza di Fr.llo Nilo Pelobello, delle Filippine che conosceva un po' la lingua italiana. Di Fr.llo Joseph ho un bellissimo ricordo di allora: la sua operosità, il suo spirito di preghiera, l’attaccamento alla Comunità e soprattutto il sentirsi responsabile per il buon andamento della comunità.
Dopo qualche mese, ho scoperto che Joseph scriveva la cronaca degli avvenimenti della Casa, quasi a voler descrivere gli inizi della nostra Missione indiana. I suoi appunti mi hanno aiutato a scrivere anche la storia della Casa che così poteva avere una doppia visione: la mia visione, come superiore della casa e la visione di un seminarista che legge a modo suo quello che accade in seminario. Sono stato contento e gli ho detto di continuare a scrivere il suo diario.
Dopo qualche anno in India e l’anno di Probandato, Joseph va nelle Filippine per l’anno di Noviziato e gli studi di Filosofia. Altra esperienza e altre conoscenze di confratelli e di Opere che la Congregazione aveva iniziato in quella terra. Fa il Noviziato con il P. Giuseppe Aveni, ora dichiarato Servo di Dio e di cui è in corso la Causa di Beatificazione. Certamente questo fatto ha inciso molto sulla sua vita e sulla sua Formazione. Mi piace ricordare che nella famiglia di P. Joseph c’è anche uno zio sacerdote dicharato Servo di Dio. Si tratta di P. Kurian Mailapapparambil.
Ritornato in India dopo gli studi di Filosofia Fr.llo Joseph ha fatto l’anno di Tirocinio Pratico nel nostro Seminario ed è stato di grande sollievo per noi perché finalmente avevamo un religioso indiano che poteva risolvere tanti problemi pratici, anche di comunicazione con l’esterno. In India Fr.llo Joseph completa gli studi di Teologia presso il Seminario Pontificio di Aluva, un grandissimo seminario che al tempo ospitava ben 400 studenti di Filosofia e 300 di Teologia provenienti dalle varie Diocesi del Kerala. E’ stata una opportunità unica perché i Rogazionisti ed il loro Carisma sono stati conosciuti subito in tutto il Kerala e in varie parti dell’ India. P. Joseph è uno di quelli che ha tradotto dall’inizio le prime preghiere per le vocazioni in lingua Malayalam, la lingua del Kerala.
Lode al Signore, P. Joseph, se per il tuo tramite e quello dei tuoi compagni la nostra Congregazione è stata conosciuta in India e molti giovani ogni anno si sono aggiunti alla nostra Congregazione. La vostra promozione vocazionale è stata di fondamentale importanza.
La tua Ordinazione Sacerdotale mi ha toccato profondamente. La massiccia partecipazione del popolo e delle autorità religiose e civili, la presenza dei tuoi familiari e soprattutto della tua sorella ormai in fase di malattia molto avanzata ma molto serena e gioiosa per aver visto il proprio fratello Sacerdote, mi si sono impresse nel cuore. Certamente lei e i tuoi genitori stanno vigilando su di te e ti sosterranno nel tuo apostolato.
Grazie P. Joseph per il tuo grande contributo nella Costruzione delle Case di Formazione di Aimury e di Manantavady e poi nella Direzione di queste due case. Grazie per la sensibilità che hai avuto per i poveri e per gli aborigeni che hai avuto maniera di contattare. Per me era sufficiente che tu avessi un occhio di predilezione per i più poveri e un cuore che vibrava per loro. Altra fase importante della tua vita è quella della trasformazione di una zona arida e semidesertica, in Attappady, Distretto di Palakkad, in una terra che ora produce alberi da frutta, ortaggi e frutti di ogni specie. La zona ora è chiamata EDEN.
E poi l’improvvisa svolta: abbandonando quasi ogni altro interesse, la tua dedicazione alla preghiera e al ministero della CONFESSIONE. SI’ P. Joseph. Il Signore ci mostra sempre nuovi cammini, nuove opportunità per far fiorire i deserti aridi. L’importante è che facciamo agire Lui e che prestiamo a Lui le nostre energie e diamo a Lui il nostro SI ogni giorno.
Oggi il Signore ti ha voluto a Messina, dove la nostra Congregazione ha avuto il suo inizio e dove ogni giorno si eleva a DIO la preghiera per i Buoni Operai. Ti posso assicurare che è nata proprio in questo luogo tutta la ricchezza vocazionale e di carità che continua a dar frutti in India. Da questa città sono cominciati il sostegno per i bambini poveri, attraverso le adozioni a distanza che solo in India hanno oltrepassato le 4000 unità e il Sostegno ai Seminaristi, attraverso l’adozione Missionaria. Sono attualmente 75 i sacerdoti rogazionisti indiani. Era evidente che alcuni di loro prestassero servizio proprio in questa città di Messina. Ricordiamo che oltre al P. Joseph, lavora in questa casa il P. Unny Pottokkaran, Economo dell’Istituto.
la celebrazione di questo Giubileo però non vuol dire la fine di un percorso, ma la dichiarazione di una intenzione determinata e di una volontà ferma di continuare a servire il Signore nei fratelli attraverso l’ascolto della Parola e la celebrazione dei sacramenti, attraverso la testimonianza personale e la cura dei piccoli e dei poveri, che sono particolarmente cari al cuore di Cristo
Carissimo P. Joseph, il Mondo ha bisogno di sacerdoti sinceramente dedicati e intimamente appassionati. Ha bisogno di intermediari che facciano giungere in ogni angolo della terra il Messaggio di Amore di Gesù. Con Papa Francesco, riportiamo al centro della nostra esistenza il Cuore, come centro di comprensione dei bisogni umani e centro di decisione nella soluzione dei grandi problemi che attanagliano il nostro mondo.
La liturgia di oggi ci parla della guarigione di un cieco che poi altro non è che il simbolo di coloro che non si rassegnano alla loro cecità e, incuranti della folla, alzano il loro grido a Gesù. Interessante notare che Bartimeo, una volta guarito dalla sua cecità, abbandona il mantello, che era tutta la sua sicurezza, e segue Gesù, sul cammino che lo porta a Gerusalemme, dove affronterà la sua Passione e Morte, ma che al terzo giorno risusciterà.
Bartimeo (= figlio di Timeo, dell’Onore), rappresenta la cecità di coloro che sono accecati dagli onori, dalla gloria di questo mondo, dalla volontà di primeggiare e di essere serviti. Gli apostoli avevano discusso fra di loro chi fosse il più grande, chi meritasse il posto di onore nel futuro Regno. Una malattia, P. Joseph, che può colpire anche oggi i cristiani e anche i presbiteri…. Una malattia da cui abbiamo bisogno di essere guariti, gridando a Gesù….. Solo allora, attraverso la via della povertà e dell’umiltà, potremo seguire Gesù sulla via verso Gerusalemme, fidandoci di Lui, sapendo che Lui CI CHIAMA, LUI CI AMA E LUI CI MANDA ancora per annunciare ad ogni uomo il suo messaggio di Amore e di Misericordia.
La SS.ma Vergine Maria del Rogate, il nostro carissimo P. Fondatore Sant’ Annibale Maria Di Francia e i nostri cari Confratelli e Consorelle che hanno dedicato la loro vita per il Rogate e per il soccorso dei poveri, ti siano sempre di modello nel tuo essere un Buon Operaio nella Vigna del Signore. Che P. Giuseppe Marrazzo continui a ispirarti soprattutto nel Ministero della Confessione e della Riconciliazione con Dio. AUGURI P. JOSEPH! AD MULTOS ANNOS!
Messina, 27 Ottobre 2024 P. Vito Antonino Lipari rcj
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