“Appena gli angeli si furono allontanati
per tornare al cielo, i pastori
dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme,
vediamo questo avvenimento
che il Signore ci ha fatto conoscere".
Andarono dunque senz'indugio
e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
che giaceva nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono
ciò che del bambino era stato detto loro.
Carissimi,
I pastori di Betlemme andarono e trovarono il Bambino Gesù che giaceva nella mangiatoia. Uno spettacolo di amore, di gioia che vince il disagio e la sofferenza, di luce che rischiara le tenebre. In questo tempo di Avvento, vogliamo accogliere anche noi l’invito degli angeli e seguire i passi dei pastori per giungere al presepe, adorare il Bambino Gesù, contemplato dagli sguardi incantati di Giuseppe e Maria.
È la “gloria a Dio nel più alto dei Cieli e la pace in terra agli uomini che Egli ama”. Avviene la meravigliosa congiunzione fra il Cielo e la terra nel Bambino Gesù che nasce, che viene ad abitare in mezzo a noi, per donarci la salvezza, il suo amore e la sua pace.
Questa parola pace oggi è invocata da ogni angolo della nostra terra nella quale si moltiplicano i fragori e le distruzioni della guerra. Oggi, inoltre, gli sconvolgimenti del clima, con i frequenti lutti e disastri che provocano, ci richiamano sulle nostre responsabilità e contraddizioni nel gestire le risorse della natura. Da due anni siamo stati provati dalla pandemia, che fatica a lasciarci, e sembra essere la metafora del nostro mondo malato.
Dalla capanna di Betlemme, dal Bambino Gesù che riposa nella mangiatoia, nasce per ciascuno/a di noi la speranza, la certezza di essere amati da Dio che è amore, la capacità di affrontare il cammino quotidiano con la pace del cuore.
Se rivolgiamo lo sguardo sulle nostre Comunità, sulle Circoscrizioni, sulla nostra Congregazione, non mancano i motivi di preoccupazione, ma dobbiamo riconoscere che nello stesso tempo sperimentiamo il soccorso della Provvidenza o, come ci suggerirebbe il nostro santo Fondatore, la guida paterna e materna dei nostri Divini Superiori.
Nell’anno che sta per concludersi abbiamo potuto celebrare il 13° Capitolo Generale nel quale abbiamo sperimentato il volto della Congregazione maggiormente pluriculturale e, confrontandoci sulla sinodalità, ci siamo riproposti, con maggiore impegno e con l’aiuto del Signore, di “camminare insieme”. Subito dopo abbiamo celebrato i Capitoli della Provincia San Luca e della Provincia San Matteo.
Sono stati momenti fraterni, preziosi e impegnativi, che hanno consentito di compiere un discernimento comunitario sul cammino della Congregazione e delle due Circoscrizioni, di rilevare gli aspetti positivi e le problematiche, di formulare orientamenti per migliorare la nostra vita spirituale e il nostro apostolato.
Contestualmente, in questo periodo, alcuni Consiglieri, secondo le occorrenze e le possibilità, hanno preso visione nelle Circoscrizioni delle situazioni relative ai settori della vita o apostolato, di propria competenza e, nell’ambito del Consiglio Generale, si è provveduto alla revisione redazionale del testo delle Norme, aggiornato nel Capitolo, e del Documento Capitolare.
Entrambi i testi sono in fase di stampa, mentre si sta procedendo alle traduzioni. In gennaio si terrà il Capitolo della Provincia Sant’Annibale, durante il quale sarà importante discernere il cammino da percorrere con la Provincia Sant’Antonio in vista della prevista e concordata unione.
L’impegno del Governo Generale, a questo punto, è definire la programmazione del sessennio, sulla base del mandato del 13° Capitolo Generale e, nella linea della sinodalità, in ascolto delle Circoscrizioni. In tale prospettiva è in programma nel mese di febbraio 2023, la Conferenza dei Superiori delle Circoscrizioni, per il discernimento e il confronto sulla programmazione, per la condivisione di programmi e problematiche e, possibilmente, per programmare la prossima Visita Canonica.
Vi confesso la mia sofferenza per non aver potuto, nel sessennio scorso, a motivo della pandemia, incontrarvi per esprimervi la vicinanza e l’affetto fraterno che provo per ciascuno di voi e che cerco di manifestare nelle occasioni che si presentano.
La nostra fraternità vive un momento particolare durante il Natale. Come famiglia unita riviviamo il mistero della Santa Famiglia a Betlemme, lasciandoci guidare dall’esempio luminoso del nostro santo Fondatore, dal suo ardente amore, dal suo innocente candore, dalla sua ardente preghiera. Riferisce P. Tusino:
“Per entrare nel regno dei cieli, Gesù vuole che torniamo bambini. Il Padre scrisse per noi un opuscoletto di venticinque preghiere e proponimenti per implorare dal Bambino questa grazia, impegnando da parte nostra qualunque sforzo per diventare bambini d’innocenza e di semplicità. Egli ebbe dal Signore questo dono: visse perfettamente lo spirito della infanzia spirituale. Ovviamente non poteva non avere particolare tenerezza per il Bambino Gesù. (…) Bisognava vederlo quando portava il Bambino Gesù in processione per tutta la casa il 2 febbraio, a chiusura delle feste natalizie. Tra una preghiera e l’altra, tra una strofa e l’altra, lanciava gridi di entusiasmo e di amore: Viva Gesù Bambino. Viva l’incarnato Verbo del Padre... Viva il Figlio della Immacolata Madre... Viva la delizia dei nostri cuori... Viva l’Innamorato delle anime nostre... La litania si allungava quando più quando meno; e tutti a rinnovare quel grido e a battere le mani...Il Natale lo voleva preparato da una novena sui generis”
Il nostro Fondatore, sant’Annibale Maria Di Francia, ci accompagni nel sessennio che si apre, affinché possiamo “camminare insieme”, e impetri per tutti noi questo spirito di sinodalità, come il dono migliore per un Buon Natale e Felice Nuovo anno 2023.
P. Bruno Rampazzo, R.C.J.
Superiore Generale
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