Ai Rogazionisti
Alla Famiglia del Rogate
Carissimi,
i miei fraterni affettuosi auguri di una serena e santa Pasqua rivolgo a ciascuno di voi nella solennità della Annunciazione del Signore. Risuona in noi l’eco dell’accorata preghiera di Papa Francesco al Cuore Immacolato di Maria per impetrare la pace. Abbiamo condiviso le sue parole con le quali, per mezzo di Maria, ha consacrato al Signore la Russia e la martoriata Ucraina.
Il calvario di questo popolo muove, particolarmente in Europa, una grande partecipazione e mobilita la solidarietà e l’accoglienza. Condividiamo tale vicinanza, con varie iniziative e, anzitutto, con la fervida preghiera al Signore della vita e della pace perché fermi questa guerra e le altre guerre che lacerano tante popolazioni nel mondo.
Questo motivo di sofferenza e di preoccupazione si aggiunge alla grande prova della pandemia che ha seminato sofferenze e lutti ed ancora non sembra volerci lasciare.
Siamo tentati di chiederci se il Signore si sia dimenticato di noi, ma ci rassicura la sua parola: Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (Is 49, 15). Mentre andiamo incontro alla passione del Signore Gesù, rivolgiamo lo sguardo al nostro Salvatore che trascina la croce sulla via del Calvario assieme all’uomo di Cirene, la croce dei nostri peccati e della nostra salvezza.
Riconosciamo che anche nella prova della pandemia, anche nella barbarie di questa terribile guerra, si affianca la forza del bene, la generosità di fratelli che rischiano la propria vita per salvare uomini e donne, anziani e fanciulli, non conosciuti prima e raggiunti per sollevarli dalla loro angoscia.
La globalizzazione, che caratterizza la nostra società in molti ambiti della vita e la condiziona, può costituire un elemento di crescita del bene o amplificazione del male, come ci ricorda Papa Francesco: “Non possiamo dimenticare il desiderio espresso da Gesù: che tutti siano una sola cosa. Ascoltando il suo invito, riconosciamo con dolore che al processo di globalizzazione manca ancora il contributo profetico e spirituale dell’unità tra tutti i cristiani” (FT 280).
La Chiesa, oggi, ci chiama a leggere il termine “unità” con la parola “sinodalità”, che vuol dire “partecipazione”. In questa dimensione sinodale vi esorto a camminare insieme verso il nostro 13° Capitolo Generale, sempre più vicino, che ci chiama a compiere una verifica su: La vita religiosa rogazionista oggi: unità, coordinamento, condivisione. La Commissione per l’Instrumentum Laboris in questi giorni ha consegnato il documento al Governo Generale, che provvederà a trasmetterlo quanto prima ai singoli Capitolari. Inoltre, sarà pubblicato sul sito web della Congregazione, dove potrà essere consultato e scaricato.
Come ci ricordano le Costituzioni: “Il Capitolo Generale esprime la partecipazione e la sollecitudine di tutti i Congregati. Esso ha nell’Istituto la suprema autorità e deve essere composto in modo da rappresentare l’intera Congregazione per risultare vero segno della sua unità nella carità” (art. 138). Pertanto, siamo tutti chiamati a collaborare in questa fase del cammino conclusivo verso il Capitolo Generale approfondendo il tema particolare: la nostra vita religiosa oggi, la nostra unità, il coordinamento e la condivisione. Sarà inoltrato un sussidio, per la preparazione al Capitolo, con uno schema per la Santa Messa mensile e per un incontro di preghiera.
Faremo bene a inoltrare al Capitolo Generale eventuali nostri contributi, in merito al tema particolare o comunque su altri aspetti che riteniamo importanti, o affidandoli a qualche Capitolare o trasmettendoli direttamente alla Segreteria del Capitolo.
Viviamo la nostra fraternità, senza dubbio, nella sincerità dei sentimenti che ci uniscono e nei rapporti quotidiani di dialogo e collaborazione. Essa raggiunge la sua più alta espressione quando siamo uniti nel Nome del Signore, nel Sacrificio Eucaristico e nella preghiera comunitaria.
La vita fraterna è sostenuta dalla nostra preghiera ed è illuminata dalla Regola di Vita. Pertanto, abbiamo bisogno di soffermarci periodicamente in incontri di fraterna verifica comunitaria e, per trovare sostegno nella nostra vita spirituale, abbiamo “a portata di mano” il Libro delle Preghiere che ci è stato consegnato dopo il recente lavoro di aggiornamento.
Padre Annibale, che si è donato a Dio e al Prossimo, ci affida questo ideale nelle Dichiarazioni e Promesse: “Dichiaro di avere appreso con grande mio gusto che in questo Istituto si fa gran conto del reciproco amore e rispetto; e che il precetto dato da Gesù Cristo Signor Nostro, amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amati, che forma il distintivo dei veri cristiani, è precetto primario per questo Istituto, come quello dell’amare Iddio sopra ogni cosa, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze” (n. 9).
Il mio augurio va a tutti voi, cari Confratelli, specialmente agli ammalati e a quanti sono in situazioni di difficoltà. Un saluto e augurio particolare rivolgo alle consorelle Figlie del Divino Zelo, alle Missionarie Rogazioniste, alle Associazioni Rogazioniste e ai Laici che condividono il carisma del Rogate. Gesù Risorto doni a tutti noi la sua pace.
Affido questo augurio alla intercessione della Santissima Vergine, e di San Giuseppe, suo sposo, di sant’Annibale e dei nostri Santi Protettori, mentre saluto tutti con affetto nel Signore.
P. Bruno Rampazzo, R.C.J.
Sup. Gen.
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Grazie mile!
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