Roma Piazza Asti, Nuove Vetrate Istoriate

“Ciò che era nel nostro Salvatore, è passato nei Sacramenti”. Questa frase di San Leone Magno, che è alla base di tutta la teologia sacramentaria, si compie principalmente negli edifici sacri dove, come dice la preghiera di dedicazione di una chiesa, “il fonte della grazia lava le nostre colpe… la santa assemblea celebra il memoriale della Pasqua… lieta risuona la liturgia di lode....etc..”Questa convinzione di fede, ha ispirato la comunità rogazionista di piazza Asti a voler suggerire come tema per la realizzazione delle vetrate istoriate della chiesa, proprio quello dei sacramenti, anche perché le finestre interne dell’aula liturgica sono proprio 7. Si è provveduto così, ad affidare all’artista Sergio Verdecchia l’ideazione e la realizzazione del progetto. L’artista aveva già realizzato le due bellissime vetrate della cappella della nostra chiesa, simboleggianti l’Eucaristia e il Sacro Cuore, poiché la cappella che si utilizza per le Messe feriali e l’adorazione, è dedicata al Cuore di Gesù. ... segue all'interno con photogallery 

Sergio Verdecchia, di origini abruzzesi, ha 73 anni; ha vissuto, lavorato ed è cresciuto artisticamente a Roma collaborando e prestando la propria opera a diverse realtà importanti come l’Istituto Luce, l’Università “La Sapienza”, il Ministero della Difesa e tante altri luoghi istituzionali, ma anche presso personaggi di fama come Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Ha eseguito vetrate in tanti luoghi di culto del Centro Italia e in diverse chiese rogazioniste. E’ anche insegnante di corso di formazione artistica per “Maestri vetrai” e docente presso il Liceo Artistico di Orvieto in un corso teorico-pratico finalizzato alla realizzazione di una vetrata artistica per la sede dell’Opera del Duomo di Orvieto. 

Lo stile artistico di Sergio Verdecchia non è quello dei volti, ma quello dei simboli e delle forme nelle sfumature e nei vari movimenti di colore. Il tema teologico delle nostre vetrate è l’azione dello Spirito che genera i sacramenti, rappresentato dal simbolo della colomba che ritroviamo come sfondo in tutte le vetrate. Lo dice lo stesso artista nella sua presentazione: “…tutte le vetrate hanno ragione di essere rappresentative dei Sacramenti in quanto sembrano nascere sotto l’azione degli elementi sostanziali della Luce e dello Spirito. La Presenza dello Spirito, rappresentata dalla colomba con le ali dispiegate, è l’immagine dello Spirito Santo. Non vi può essere celebrazione di Cristo senza la presenza silenziosa e santificatrice dello Spirito”. 

Ogni vetrata poi, elabora con elementi simbolici a sé propri, il tema dei diversi sacramenti. Dalla lunga presentazione artistica e liturgica delle vetrate, fatta dall’autore, estrapoliamo solo un brano riguardante la spiegazione della prima vetrata, quella più lunga, che adorna il battistero e che sintetizza appunto il Battesimo. 

“Vetrata rappresentante il Battesimo: oltre naturalmente allo Spirito, sono stati evidenziati altri due elementi: La Luce e l’Acqua. La Luce in quanto è collegata al battesimo per natura sua. Un cristiano ha per impegno il farsi illuminato. Il luogo del fonte battesimale è la Luce e quindi risulta doveroso che il luogo sia decorato con una vetrata che abbia in questo perno costruttivo la riuscita cromatica dell’insieme rappresentato. L’Acqua è il segno in cui con invisibile potenza agisce lo Spirito Santo, scaturisce dal tempio santo di Dio, diventa fiume che si dirige verso il fonte battesimale.

Al suo passaggio fiorisce il deserto e crescono le palme, evidente allusione al giusto che cresce come palma piantata nella casa del Signore (cf.Sal 91,13); l’Acqua disseta l’umanità rappresentata dalle cerve, con chiara allusione al salmo 41,2: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio”. 

L’opera è ormai ultimata. Il prossimo 24 novembre, domenica di Cristo Re, ci sarà la benedizione delle vetrate, con l’auspicio che questa nuova bellezza che adorna la chiesa parrocchiale dei Santi Antonio e Annibale Maria, possa aiutare a vivere e celebrare sempre meglio i Sacramenti di Cristo. Così, le ultime parole della preghiera di dedicazione di una chiesa, già sopra citata, potranno prendere carne anche per noi: 

“Qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda della dignità dei tuoi figli” 

        

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